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Resta difficile, in questa situazione, a qualsiasi essere ben pensante di prendere le difese di un regime o di un leader storico dopo che la macchina di demonizzazione a volte subliminale a volte esplicita si è messa in motto rendendo ridicolo qualsiasi argomento contro-interventista, e cosi, ancora una volta la grande arma di manipolazione di massa ha funzionato e isolato il mostro, rendendolo una facile preda.
Questa è la strategia già messa in atto in altre recenti guerre e porta con se la trinità del male mediatico, ossia, riesce ad delegittimare gli opponenti rendendo impossibili il dialogo, riesce a manipolare la cosiddetta opinione pubblica e, principalmente, riesce a mettere in difficoltà l'opposizione e avversari intellettuali locali, quegli che dall'interno potrebbero eventualmente alzarsi contro.
La sete di vendetta inglese, il protagonismo francese, l'opportunismo italiano, e la solita ingerenza statunitense ha compromesso tutte le altre legittime ribellioni nel mondo islamico, in particolare quelle dove i regimi sono alleati ai governi occidentali, Yemen, Bahrein, Marocco, Algeria, Arabia Saudita, l'intervento ha reso evidente la politica dei due pesi e due misure nella politica estera della cosiddetta "comunità internazionale", ossia, la dove i regimi "laici" opprimevano i popoli col consenso delle democrazie in cambio di petrolio ed una presunta stabilita regna l'omissione e la dove ci sono altri regimi non direttamente finanziati dalle multinazionali e governi occidentali viene applicata la politica delle bombe. Le vecchie monarchie occidentali non sono diverse dalle monarchie islamiche, anzi, hanno dei patti di ferro sconosciuti ai propri sudditi, e sebbene gli indignati siano in continuo aumento le piazze europee vengono represse senza tanto rumore nei media, fatto sta che i rivoltosi libici non hanno nulla a che fare con la gloriosa piazza Tahrir del Cairo, cosi come, a suo tempo il corrotto e malfamato esercito di liberazione del Kosovo (UCK) non entrava nelle liste nere della CIA.
Noi veri ribelli, antagonisti, rivoluzionari, combattenti, insieme per costruire un nuovo tempo in Libia, il processo di transizione non durerebbe più di due o tre anni dopo la fine della nostra guerra, un piano in due tappe, dal governo transitorio alla autogestione anarchica, il tutto condito dai più nobili valori cristiani riconosciutissimi persino dagli islamici più estremisti, un nuova terra di pace e solidarietà tra le diverse credenze ed ideologie, o forse, dovremmo attendere la prossima opportunità di affrontare per davvero i nostri nemici? Ancora quanta distruzione e sofferenza, quanti profughi in fondo al mare?
Le condizioni obbiettive sono favorevoli ad una nostra netta presa di posizione, la Libia è per adesso il posto migliore dove costruire una nuova realtà e quindi affrontare in campo aperto il sistema mondo, in Libia possiamo collaborare per la costruzione di una vera alternativa ai regimi islamici e ai regimi pseudo-democratici, porteremmo in Africa e medioriente la nostra solidarietà e daremmo l'esempio ai popoli di tutto il mondo. Dobbiamo osare tutti insieme, cristiani veri, comunisti, anarchici e visionari vari, proponiamo al governo Libico, sino a poco legittimamente rappresentato all'ONU e con ingenti somme investite nell'economia europea, di accettare le nostre proposte per un nuovo mondo, in cambio possiamo offrire ai leaders libici dei posti di giudici per la transizione che garantisca la loro incolumità per una uscita onorevole.
Insieme siamo milioni, insieme siamo ancora più forti!
Passa parola. Mobiliamoci! |
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